domenica 30 marzo 2008

per sbaglio il cielo lavato con la candeggina*

Chiamare i numeri verdi per sentirsi meno soli. Sara stride. per vendere il nostro oro usato. E i laghi nei polmoni si sono asciugati da soli. Si siedono tutti nei posti riservati ai mutilati del lavoro. poi tu dimmi se c'entra qualcosa. se mi lascio andare e mi lascio colare sulle sedie. Chissà se finiremo a consumare i clacson. E senza la laurea adesso che viene buio presto. E quanto costano le cose che ci diciamo. Quanto le nostre camere separate. Quanto le tue paranoie che ti alitano i bambini sugli occhi e ci vedi male. i ratti deragliano. Le altalene sabotate. L'umidità di questo garage a milano nord ci faccia diventare le ossa come biscotti. Addobberemo il cielo al neon lo spegneremo. senza le finestre ci faremo slacciare i reggiseni dagli elicotteri. O dai ragni che deliberatamente abitano nel braccio della morte. I telegiornali non fanno più parte delle nostre vite disinformate. diamo spazio ai nostri problemi rendiamoli insormontabili diamogli da mangiare degli spaghetti col tonno di quelli pronti in cinque minuti. Poi guardiamoli col telescopio mentre dormiamo sulla luna che era solo la tua schiena. se non vuoi sentirmi io cerco di assordarti ma con discrezione come ci hanno insegnato. Quando vedevi l'oceano aprendo l'armadio e io non mi ci tuffavo. quando stavamo perdendo i capelli e ci mettevamo seduti su delle panchine per dare ai gatti più brutti i nostri panini. E accarezzarli con i gomiti perché erano indubbiamente prossimi al decollo. E poi smantellavamo le panchine. E a trieste non c'era niente per tenersi stretti contro vento. Ero solo stancomorto e non mi ricordavo dove avevo parcheggiato la macchina. e le cose che ci siamo detti che sono sopravvissute agli ultimi raid aerei. delle nostre bocche. vattene calpesterò tutto quello che ami come se calpestandolo potessi farci del vino. Quando per sfogarti quando per amore. Mi hai comprato una spilla per farmi una trachetomia. quando ci nuotavano controcorrente delle trote negli sguardi per andare a riprodursi. siete delle veggenti delle rondini morte a metà strada con i vermi in bocca come margherite. Dei migranti con il dizionario in mano per spiegarsi. e chiedermi in che via abitano. e parlavamo delle nostre interiorità come se fossero delle metropoli.

Nessun commento: